Stamattina leggevo un post della mia amica Valentina. Parlava di felicità, del fatto che la dobbiamo coltivare, nonostante tutto. Anzi, che coltivarla è un dovere.
In questi ultimi anni sono stata tanto spesso sinceramente grata, riconoscente nei confronti del cosmo. Nel bel mezzo di tante tempeste che hanno scosso il mondo noi, nonostante alcuni momenti difficili, siamo stati molto fortunati.
In un settore (Hospitality) che licenziava a più non posso a inizio pandemia, noi abbiamo sempre avuto un lavoro, uno stipendio. In una crisi sanitaria che ha visto morire migliaia di persone, non abbiamo perso nessuno, e il Covid è stato gentile con noi. In un mondo dalle tinte fosche, che mi fa spesso paura, siamo riusciti a navigare in acque relativamente tranquille. Abbiamo ciò di cui abbiamo bisogno, e prego ogni giorno che continui così. Fluctuat nec mergitur.
Non potevo dunque che trovarmi pienamente d’accordo con quel che diceva Valentina. E non parlo del benaltrismo fastidioso e deplorevole che tanto detesto, ma del coraggio di essere felici e grati, perché certe volte perdiamo di vista che il nostro obiettivo è (anche) questo. Ed è facile smarrirsi in queste acque torbide, lo so per esperienza.
Ma cosa succede quando mi concedo “le cose belle”? Quelle che mi ricaricano durante la giornata e mi fanno superare tutta una serie di incombenze noiose o faticose, quelle che mi aiutano a guardare un telegiornale la sera, a volte? Quelle che mi fanno dire, appunto, “assapora il momento, sei felice, sei grata”?
Immancabilmente eccolo, è lui, il senso di colpa.
Non stai studiando. Non stai lavorando. Non sei con i bambini.
Non stai producendo.
Come combatterlo? Non lo so. L’unica cosa che mi ripeto è che le mie “cose belle” mi rendono una persona migliore, con me stessa e con gli altri. Mi calmano. E dunque dopo ritorno al quotidiano con le pile ricaricate. E questo non può che essere positivo, anche se la vocina in sottofondo un pochino la sento sempre.
Ma quali sono, per me, le cose belle? Solitamente sono cose che faccio da sola, anche se qualche volta anche in compagnia. Alcune cose le faccio già, altre sono nella mia bucket list.
- leggere
- leggere mentre prendo il caffé al bar
- fare liste di cose da leggere: solitamente quando mi appassiono di qualcosa, poi faccio indigestione per un periodo di tutto quel che posso studiare o sapere di quel soggetto. Spesso le liste rimangono tali, ma farle è già una proiezione ed un assaggio del piacere.
- guardare Chi l’ha visto (no kritike plis)
- fare colazione fuori con delle amiche o pranzo con mio marito. Non chiedetemi perché invertendo gli addendi il risultato cambia.
- riuscire a fare corsa + yoga insieme in una sola sessione di allenamento
- andare ad una mostra o a visitare un museo (questa anche munita di pargoli)
E la bucket list? sarebbe potenzialmente infinita… ma diciamo che per ora ci metto, fra gli obbiettivi raggiungibili nel medio raggio:
- riprendere a studiare Russo
- progettare un viaggio in Armenia
E voi? avete una lista di “cose belle”?
Veronica, Qatar